Galleria PACK inaugura il 2017 con la mostra personale dell’artista Corrado Zeni, dal titolo “ICONS”.
I lavori in mostra si inseriscono nella serie “Generation Why”, nella quale l’artista ritrae la generazione nata a cavallo del nuovo millennio, estrapolando gli individui dalla vita quotidiana e inserendoli in una dimensione sospesa, un non luogo. Le figure emergono, stagliate contro uno sfondo bianco, neutro, nel quale ognuno di noi si può specchiare.
Alcuni personaggi sono immobili, altri camminano l’uno a fianco all’altro ma senza avere un contatto, senza instaurare alcun dialogo, come siamo soliti fare quando camminiamo per la strada catturati dalla nostra frenesia giornaliera o dal nostro Smartphone; lo stesso che utilizziamo per pubblicare attimi seducenti della nostra vita sui social network, i nostri interlocutori prediletti.
E’ da questi ultimi che Zeni estrae le immagini degli attori che porta sulla tela come su un palcoscenico dove si sono in qualche modo ‘messi in scena’ da soli. Ritroviamo personaggi “iconici”, esteticamente e moralmente, perennemente parte di una rappresentazione, costantemente in posa sotto i riflettori dei social. Quella dell’artista non è una critica, sono appunti, annotazioni sulla realtà contemporanea.
“La pittura è un’affermazione dell’esistente, del mondo fisico in cui l’umanità è stata scaraventata.”
John Berger
E’ attraverso l’arte che si ricreano dei dialoghi, secondo Zeni, infatti, la pittura è anch’essa “forma di relazione”, in grado di stabilire, al pari di altri linguaggi contemporanei, connessioni e sistemi, completandosi per mezzo dell’intervento “attivo” sia dello spettatore sia dell’oggetto rappresentato.
Si ha dunque un annullamento delle distanze spazio-temporali; quelli che apparivano come singoli ritratti di persone, divise nella realtà, qui si uniscono; i soggetti si ritrovano a passare nella superficie dell’opera e dunque, altrettanto casualmente a coesistere.
Il quadro diventa allora il luogo della ricomposizione possibile, di incontri fra persone sconosciute, teatro di un incidente imprevisto: sarà magia dell'arte il farlo accadere.
Galleria PACK inaugurates 2017 with the personal solo exhibition of the artist Corrado Zeni, entitled “ICONS”.
The works on show are included in the series “Generation Why”, in which the artist portrays the generation born at the turn of the new millennium, extracting individuals from their daily life and inserting them in a suspended dimension, a non-place. Figures arise, standing out against a white neutral background, in which each one can see himself reflected.
Some characters are motionless, others walk side by side yet without any contacts, without striking up a dialogue, just as we are used to do when we walk by the street, captured by our daily frenzy or by our Smartphone; the same device that we use to publish seducing moments of our life on social networks, our favourite interlocutors.
Precisely from these networks Zeni pulls out images of the actors brought on the canvas like on a stage, where they are already performing by themself somehow. We find “iconic” characters, both aesthetically and morally, who are permanently part of a show, constantly posing under the spotlights of social networks. The purpose of the artist is not to move a criticism, but rather to gather some annotations about the contemporary reality.
“Painting is an affirmation of the existent, of the physical world into which mankind has been thrown”.
John Berger
It’s through art that it is possible to re-establish some dialogues, according to Zeni indeed, painting also is “form of relation”, able to fix, as well as other contemporary languages, connections and systems, completing itself by means of the “active” intervention both of the spectator and the represented object.
There is therefore an annulment of the spatio-temporal distances; those which appeared to be single portraits of people, divided in the reality, are joined here; subjects find themselves to pass inside the surface of the artwork and then, in the same way accidentally, to coexist.
In the end the work becomes the place of the possible recomposition, the place of meetings between unknown people, the theatre of a sudden accident: the magic of art is what will make it happen.